Cappelli, un grano antico e nobile
Puglia, 1906. Il marchese Raffaele Cappelli, Senatore del Regno d’Italia, decide di adibire uno dei suoi terreni ad una coltivazione sperimentale e subito gli viene fatto il nome di un genetista agrario che da anni lavorava a sperimentazioni in granicoltura. È così che Nazzareno Strampelli comincia a lavorare a quella che sarà la sua più grande scoperta.
Fin dall’inizio della sua carriera, Strampelli lavorava incrociando diverse varietà di semi provenienti da varie parti del mondo. Con la tecnica dell’ibridismo, ottenne il grano Ardito, che valse la vittoria della famosa “Battaglia del Grano”, avviata dal regime fascista nell’ottica del progetto autarchico: in soli 10 anni, grazie all’aumento della produttività senza bisogno di ampliare le superfici coltivate, la produzione di frumento passò da 44 milioni di quintali a oltre 80, portando l’Italia ad essere autonoma dal punto di vista di produzione del grano.
Una volta arrivato in Puglia, il genetista marchigiano incrociò diversi grani duri autoctoni dell’Italia meridionale e delle isole, finché nel 1915 ottenne una varietà con ottima produttività e molto adatta alla pastificazione; sarà questo grano che nel 1923 verrà intitolato al Senatore Raffaele Cappelli,
che aveva sostenuto Strampelli nelle sue ricerche e sperimentazioni.
Tra gli anni Venti e Cinquanta, il grano Senatore Cappelli si diffuse rapidamente in quanto era molto più produttivo di tutti gli altri grani utilizzati in precedenza, fino a che il 60% delle superfici coltivate erano dedicate a questa varietà. Nonostante ciò, la produzione si è con gli anni ridotta sempre di più: tutte le varietà moderne, ideate in nome della produttività, sono state create propria a partire dal grano Cappelli; dal 1955 cominciano a diffondersi nuove tipologie di grano, tutte caratterizzate da una maggiore produttività e resistenza, che conservano comunque all’interno del loro DNA tracce del grano originario di Strampelli.
Soppiantato da varietà più precoci e con una resa maggiore, oggi il grano Senatore Cappelli è considerato una rarità pregiata e di nicchia, mentre fino a pochi anni fa era il grano comune, usato e consumato da tutti. Viene coltivato in poche regioni del centro-sud d’Italia, in particolare Puglia, Sardegna, Basilicata e Lazio. che mangiamo oggi è proprio come quello creato da Strampelli all’inizio del Novecento, con lo stesso sapore rustico e deciso e la stessa ricchezza nutrizionale.